Basta la lotta al voto di scambio per combattere la Mafia e Corruzione?

In Parlamento c’è in discussione un disegno di legge sul voto di scambio politico mafioso. Libera di Don Ciotti ha portato avanti una forte campagna di raccolta firme. Poi ha messo un braccialetto bianco al polso di parlamentari e personaggi in vista a dimostrazione di impegno politico e civico . Ai parlamentari si richiede l’impegno di approvare la legge. Si vuole colpire la promessa di sostegno elettorale in cambio di soldi o altra utilità. Crimine già in passato combattuto alla 416ter del decreto legge Capaci, che poi in corso di attuazione perse “l’altra utilità” e si ridusse a colpire solo lo scambio di soldi per voti. Ho partecipato, fino ad ora, come cittadino coinvolto da politici, a molte campagne elettorali. In posizione attiva e ravvicinata alla macchina da guerra che viene organizzata dai candidati, quelli che contano, per vincere. È tutto un susseguirsi di trattative e accordi fra politici e imprenditori, leaders di organizzazioni para politiche, opinion makers, lobbisti, preti, suore, personaggi chiacchierati, stimati, onesti, disonesti. Insomma i politici nella lotta all’ultimo sangue, per vincere, chiedono voti a tutti quelli che possono votare e possono far votare. È la legge naturale alla base della democrazia. E durante queste estenuanti trattative della più ampia gamma, che si tengono nel salotto più buono piuttosto che nel bar più malfamato, è tutto uno scambio di promesse e impegni. Chi è candidato chiede e offre. Chi vota promette e chiede. O viceversa. Girano soldi? Si! Ma di solito non per patti corruttivi, mafiosi, tangentizi, concussivi. Violenti e criminali. Quelli se ci sono arriveranno dopo. Quando ci saranno vincitori e vinti. Anche trasversalmente.Girano soldi per finanziare la campagna elettorale.I contributi. Ovviamente quelli corposi presuppongono future attenzioni e debiti politici. Perché in campagna elettorale tutto avviene all’interno di rituali da competizione forte, sportiva, a volte violenta ma di connotazione politica, fra rossi e neri. Dei patti criminali, quando ci sono, si sente solo la puzza. Tutt’al più si fa capire che si stringeranno con le mezze parole, i sottintesi, le pacche sulle spalle. E a molti, poi, rimarrà solo questo. Perché i politici sanno mentire e rimangiarsi le parole. Alla grande. Ecco, questo avviene. E se qualcuno crede di poter combattere il malaffare, la corruzione o addirittura le mafie con una legge che combatta l’accordo elettorale credo che si sbagli. Sarebbe come fare il processo alle intenzioni. Corruzione e mafia, non si possono combattere agendo su promesse che magari non si realizzeranno mai. Se l’atto criminale poi arriverà e su questo che si dovrà agire. E non cercando, poi, i soldi. Perché ormai questi viaggiano per strade lontane e sconosciute, o inaccessibili a chi indaga. I risultati se arriveranno, saranno irrimediabilmente tardivi. I buoi saranno fuggiti e sarà inutile chiudere le porte. Si deve agire sul nascere della corruzione. Sull’abuso in atti d’ufficio e sulla mancanza di controlli. Sulle possibilità di denuncia per i cittadini e sulla loro concreta possibilità di vigilare sulla cosa pubblica.

Piero Di Caterina   –   8 agosto 2013

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