«In Italia non c’è futuro perché non ci ribelliamo»

«In Italia non c’è futuro perché non ci ribelliamo»

Esclusiva intervista ad una ventenne laureanda che vive e lavora a Monaco di Baviera

di Laura Marinaro

Ha 20 anni è bella e intelligente e vive felice a Monaco di Baviera ormai da quattro mesi, in una città e in un Paese dove le sue capacità intellettuali sono apprezzate nel lavoro più del suo aspetto fisico. Si chiama Debora Damiani, un suo avo – come racconta – ha combattuto per gli Sforza Signori di Milano – e il suo nonno ha invece fatto le due guerre mondiali. Purtroppo, però, Debora non ce l’ha fatta a rimanere in un Paese dove il merito e la bravura da soli non valgono nulla e ha deciso che non tornerà più. La intervisto su Facebook dove mi ha agganciato per caso e lei, dopo che mi ha raccontato la sua storia, mi chiede di fare una cosa per lei: abbracciare il primo italiano vero e non corrotto che incontro dopo averla salutata! «Tranquilla, cara Debora – le rispondo – gli italiani veri e onesti sono in maggioranza rispetto a quelli ladri e corrotti, ma la loro vischiosità fa si che si pensi che siamo tutti così…» Debora è un piccolo genio. A 16 anni era già diplomata e poi si è iscritta all’Università per laurearsi in economia aziendale e logistica. Lo scorso anno ha iniziato a lavorare presso un’azienda di distribuzione farmaceutica a Milano ma qui è successo quello che temeva: «Dove dovevo lavorare non mi consideravano abbastanza intelligente per svolgere quel lavoro, mi volevano solo per il mio viso e il mio corpo, io ho un discreto cervello grazie a Dio – ha raccontato – il capo ci ha provato e ha anche detto che se fossi stata con lui avrei fatto carriera…così ho chiesto di trasferirmi nella sede di Monaco di Baviera dove sono oggi». In Germania le cose sono andate in modo opposto: «Appena sono arrivata mi hanno affiancata ad una ragazza tedesca che parla benissimo l’italiano, e non solo, io pensavo di dovermi cercare casa e invece hanno provveduto loro, il lavoro va benissimo, è proprio come l’ho studiato, in più ho perfezionato alcuni punti della logistica che ritenevo inefficaci, ora mi stendono il tappeto rosso quando cammino….». Ma cosa dicono dell’Italia i tuoi colleghi e amici tedeschi? «Dell’Italia si chiedono com’è possibile che permettiamo tutto questo, com’è possibile che permettiamo a dei corrotti che ci stanno distruggendo di andare avanti tranquillamente…. quando ne parlano mi sento triste e umiliata e impotente. Mi manca il mio Paese ma capisci che non posso proprio tornare perché lì non c’è futuro». Una risposta che purtroppo temevo e mi aspettavo. Una risposta da cui noi che siamo e rimaniamo qua, in Italia, dobbiamo partire per ribellarci tutti insieme!

03/12/2013

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