Svendita e morte del territorio salentino per una colata di euro silicati

Considerato che il sottoscritto, sia nella minuscola qualità politica che nella semplice veste di cittadino, persegue le azioni che destano sospetto nella Pubblica Amministrazione attraverso istanze di accesso a documenti amministrativi formulate con la Legge 241/90 integrata e modificata dalla L. 15/05, del D.P.R. n. 184 del 2006 e con la Legge 195/2005 riguardante l’informazione ambientale. Tutto ciò, al fine di valutare la percorribilità di adottare azioni politiche (nel prima caso) ed eventualmente giudiziarie a difesa degli interessi e diritti della cittadinanza.

Il mio impegno a favore della trasparenza amministrativa rilevando i fatti,consta di almeno due elementi incisivi di valutazione: le anomalie e le osservazioni con successivo ricorso all’Autorità. Il primo episodio degno di attenzione risale a Giugno del 2010, accade nel comune di Lequile in cui il sindaco Caiaffa inaugura, alla presenza del console commerciale in Italia, Grabner, dell’ambasciatore austriaco, Berlakovitis, e del console onorario, Musolino, un impianto fotovoltaico di 1MW realizzato in agro comunale da una ditta austriaca la Pvinvest Solar GmbH.

Ovviamente questo è l’ennesimo impianto all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittima la Legge 31/ 2008, legge che favoriva questa devastante politica di accaparramento delle risorse e dei beni comuni per garantire i soliti profitti di pochi a danno di tutta la collettività. La spudoratezza del sindaco è tale che dimentica un particolare: la fascia tricolore si utilizza per ricorrenze istituzionali e di particolare interesse e non per inaugurare i lavori di un impianto energetico industriale che nulla ha a che fare come occasione di sviluppo per il territorio. E’ un abuso delle sue funzioni, come pure la presenza delle forze dell’ordine è incostituzionale.

In questo caso nessuna istituzione, dal nazionale, al regionale, al provinciale ha mai mosso un dito per fermare la politica di Caiaffa. La circostanza o il protocollo non prevedeva nessun cerimonia ufficiale, ma risulta essere compiuta a fronte di una situazione di asservimento in cui una delle grandezze di un sistema è forzata a variare in funzione di una idea fissa, il malaffare, incuranti delle norme a difesa del territorio e del regolamento comunale che disciplina la costruzione degli impianti energetici fatto approvare quando tutte le DIA erano state già presentate e autorizzate.

I vantaggi economici per gli addetti ai lavori sono a dir poco strabilianti: il comune in questione ha rilasciato DIA per 15 impianti pari ad una produzione di energia elettrica di 29500 Kwh, per ogni impianto è stato versato nelle casse comunali 2000 euro per diritti tecnici di segreteria. E’ stato sottratto suolo agricolo per 138 ha, devastante. Se calcoliamo che il comune pretende dalla società energetica un ristoro che oscilla tra 50 e 200 euro per ogni Kwh di energia prodotta, come garanzia per lo smaltimento dei pannelli che avverranno mediamente tra 20 e 25 anni dalla loro installazione il conto è fatto subito.

Pino Raganato

Responsabile CosaPubblica Lecce

17/10/2013