L’abuso non basta ancora per mandarli via

Di Laura Marinaro

In questo momento in Italia (per fortuna) la maggior parte dei cittadini si indigna per la telefonata del Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri alla moglie di Totò Ligresti, in cui l’ex Prefetto di Genova parla di un’ingiustizia nei confronti della famiglia in cui ancora un figlio è latitante. Un fatto secondo noi di CosaPubblica gravissimo che getta luce ancora più su quello che da tempo andiamo definendo Sistema Corruzione. Laddove la corruzione non è solo un reato specificatamente consumato con un passaggio più o meno nascosto di soldi sospetti, ma tutto quel sistema clientelare, di amicizie e favoritismi agli amici degli amici, che la politica e l’amministrazione corrotta ha ormai radicato nel Paese togliendo ogni speranza di ottenere parità di accesso alla vita pubblica. L’episodio Cancellieri, per il quale solo il Movimento Cinque Stelle in Parlamento ha chiesto di mettere davvero una pietra sopra, (gli altri ovviamente preferiscono evitare, ndr), è quindi all’apice di quel sistema. Anche senza reati. Alla base di quell’apice ci sono centinaia, migliaia di piccoli e grandi abusi che ogni giorno si consumano nei comuni, nelle province, nelle regioni e nelle istituzioni periferiche ma non meno importanti della corruzione. E come la vicenda della Cancellieri è emersa in qualche modo sulla stampa, a volte altre emergono platealmente nelle aule dei tribunali. Mi riferisco ad un processo al quale sto assistendo per lavoro, quello al cosiddetto Sistema Sesto. Due giorni fa sul banco dei testimoni cosiddetti assistiti si è seduto Pasqualino Di Leva, ex assessore all’edilizia del Comune di Sesto San Giovanni. Lui ha già patteggiato un anno e otto mesi per corruzione. Questo a noi tutti bastava a sapere che avrebbe ammesso le contestazioni che gli venivano fatte, ovvero di aver preso tangenti da un imprenditore edile noto in città, Giuseppe Pasini. Lo stesso è a processo per lo stesso reato anche se è stato uno degli accusatori del Sistema. Eppure questo assessore, che ha governato per un decennio eletto come Ds e Pd, davanti al giudice e a tutti gli astanti ha messo in scena un comportamento a dir poco assurdo. Negava, ci provava, diceva che aveva dimenticato…e poi riguardo a gravi comportamenti da lui tenuti nei confronti di un altro imprenditore, il grande accusatore del Sistema Sesto Piero Di Caterina, dissimulava, fingeva, raccontava paradossi. Fortunatamente il Giudice ha compreso e per poco non lo ha accusato di falsa testimonianza. Lui allora ha ammesso di aver preso tangenti da Pasini. Da Di Caterina mai perché, come confermato dall’imprenditore, si è sempre rifiutato di farlo. Ma Di Leva le ritorsioni, gli abusi, ha continuato a negarli. Poi è andato via. Ebbene, al di là degli episodi e dei fatti e delle contestazioni, noi crediamo che questa gente di cui purtroppo è piena l’Italia, dovrebbe essere additata come mai più eleggibile, e mai più credibile per rappresentarci. In altri Paesi basta molto meno per mandare via un politico non credibile.

06/11/2013

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