A qualcuno pagano le case a propria insaputa,altri “ereditano”…

di Laura Marinaro
Quasi una ventina tra appartamenti e locali commerciali che gli hanno assicurato e gli assicurano entrate sicure e interessanti da anni, ma che sarebbero frutto di un’eredità di famiglia e non di chissà quali macchinazioni. Così Filippo Penati, a processo a Monza per corruzione nelle vicende delle ex Aree Falck di Sesto San Giovanni, concussione e finanziamento illecito ai partiti in seno all’associazione Fare Metropoli, ha spiegato quel flusso di denaro contante che dal 2004 al 2011, distribuito su cinque diversi conti correnti a nome suo e della moglie avrebbe portato a totalizzare una somma di circa 164 mila euro. Somma che la Procura di Monza ha scoperto a dicembre scorso dopo le rogatorie alle banche italiane e che continua a ritenere «singolari e ingiustificati». Un flusso che avrebbe costituito versamenti crescenti negli anni a favore di Penati per circa 130 mila e della moglie Rita Di Leo per 33 mila e che, secondo l’ex presidente della Provincia di Milano null’altro sono che versamenti in contanti fatti da parte degli affittuari che hanno in locazione gli appartamenti della palazzina ricevuta in eredità dal padre a Sesto San Giovanni. Così come gli assegni circolari per 46 mila euro, versati dalla moglie in realtà come caparra alla banca per acquistare un appartamento al figlio Simone e per il quale è stato acceso un mutuo di 156 mila euro. Insomma tutto regolare e tracciabile come ribadiscono Penati e i suoi legali Nerio Diodà e Matteo Calori che stanno completando il memoriale che consegneranno a breve al Tribunale con tutte le proprietà immobiliari dell’ex segretario di Bersani e con i relativi affitti registrati. In particolare si tratta di una palazzina al civico 31 di via Cairoli in cui si trovano 7 appartamenti tra il primo e il terzo piano (di cui 6 di tre locali e mezzo e uno di due locali) e sei attività a piano terra (negozi e uffici dai 30 ai 42 metri quadrati) che Filippo Penati ha ereditato dal padre risalente più o meno agli anni 70. Di queste proprietà alcune sono cointestate con la mamma e con la moglie. Tutti affittati da tempo tranne uno in cui abita la mamma. «Come ho spiegato in aula molti di questi affitti sono percepiti in contanti e per questo si spiegano quei versamenti, ma è tutto registrato e regolare», ha spiegato Calori. C’è poi la famosa casa che la moglie di Penati ha comprato al figlio in piazza Resistenza al sesto piano composta da quattro vani e mezzo pagata 195 mila euro di cui una parte pagata con assegni circolari e una parte di mutuo appunto e quella dove vive Penati stesso con la moglie in via del Lavoro di nove vani, infine un altro appartamento uso ufficio in via Fratelli Casiraghi da tre vani per metà della moglie di Penati. Il resto ancora locali e uffici affittati. A questo punto la difesa di Penati sembrerebbe blindata. Ma il maresciallo della Guardia di Finanza che in aula ha spiegato il lavoro fatto sui conti correnti “sospetti” ha detto: «Non abbiamo visto i contratti di locazione perché le somme non erano versate in modo costante e poi perché le banche non rispondevano subito alle richieste. Addirittura la Unipol ha negato che ci fossero rapporti intercorrenti con Penati. Poi, quando abbiamo scoperto un assegno versato su un loro conto corrente, ha ammesso che esisteva questo conto e che avevano fatto un errore». Già proprio la Unipol, la stessa banca che ricorda i cosiddetti di furbetti del quartierino e per scalare la quale, secondo i magistrati di Milano inizialmente fu creata l’operazione Serravalle dallo stesso Penati. Riguardo alle cosiddette rogatorie internazioni su presunti conti riconducibili a Penati o a Sarno in paesi come Dubai, Montecarlo e Sudafrica, la Finanza ha ammesso di non aver ancora ricevuto alcuna risposta e alcune di non averle effettuate anche perché se ne sarebbe occupato il consulente nominato dal pm Walter Mapelli. Ma questa è un’altra storia ed è la storia della parte dell’inchiesta sulla compravendita della Serravalle da Gavio che non è ancora conclusa. Si torna in aula mercoledì prossimo 13 novembre quando probabilmente Penati depositerà il memoriale sulle sue proprietà.

07/11/2013

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