Noi cittadini “comproprietari del bene pubblico”. Scoveremo i corrotti

L’unica maniera per ribellarsi ai danni procurati dai corrotti è far capire molto bene questi gravissimi danni  alla collettività. Far capire al poliziotto, al medico, all’infermiere, al giudice, all’operaio, all’impiegato, al pensionato, al giornalista, al precario che, se non si scardina questo stato di cose, da Paese ricco quale siamo grazie al lavoro di mezzo secolo di italiani seri e onesti,  corriamo il rischio di diventare un Paese povero con un benecomune compromesso. Far capire a tutti che è ora di avere politici che amministrano non più protetti dalle leggi della casta, al di sopra dei comuni mortali, con l’assurda pretesa di non dover rendere conto a nessuno. Ci vuole totale trasparenza. Se non si ripristinano le condizioni per intervenire una volta individuato l’abuso senza aspettare di scoprire la mazzetta, questa catena non si interromperà mai. È per questo che è necessario istituire un ulteriore potere politico idoneo a svolgere una costante e approfondita azione di controllo e sindacato. Dobbiamo poter ficcare tutti il naso nella nostra
proprietà comune.

I cittadini come possono organizzarsi e da dove devono partire per una rivoluzione civica e pacifica, quindi per un ritorno alla buona democrazia? Non possiamo pretendere di dormire sugli allori e sperare che la politica onesta, le forze dell’ordine e la magistratura facciano tutto da sole. È necessario lavorare per ricostituire quella coscienza sociale che ha caratterizzato i primi decenni della nostra vita repubblicana, quando il politico si guardava bene da tentare abusi e percorsi criminali, perché le organizzazioni dei cittadini immediatamente si ribellavano, e riuscivano a far intervenire le forze dell’ordine o la magistratura che con la loro azione spaccavano il potere politico tra onesti e disonesti. Il sistema dei controlli incrociati che deve essere alla base del vivere comune democratico, allora era più efficiente di oggi. Per combattere il clima di cittadinanza negativa che oggi si è creato è indispensabile dare vita a un vero sistema di trasparenza dell’amministrazione. Bisogna smetterla di invocare segreti di Stato, tutela di privacy, segreti d’ufficio, interessi legittimi o soggettivi quando l’oggetto di queste pratiche è la cosa pubblica e il bene comune. Quando assegniamo un appalto per la realizzazione di un’autostrada, non stiamo costruendo una portaerei da utilizzare in guerra, coperta da segreto militare. Una parte di quell’autostrada è di proprietà di tutti noi, quindi tutti hanno il diritto di sapere precisamente come si è arrivati a quell’appalto, come si svolge e quali controlli vengono effettuati. Anche perché solo così tutti impareranno a rispettare il bene comune. Dobbiamo attuare questo cambiamento di mentalità. Il cittadino
deve imparare a diventare un piccolo imprenditore che custodisce con cura il proprio patrimonio, e considerare la propria quota di bene comune come un’importante parte della sua ricchezza personale. Bisogna dare alla propria vita sociale una forma di impresa collettiva, dove tutti si sentono soci e corresponsabili dei risultati.

Da Il sistema corruzione http://www.cosapubblica.it/sistema-corruzione/

19-09-2013

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