Vigili “malati” a Roma: inutile fare lo scaricabarile

Non si sono ancora placati gli strascichi di Mafia Capitale che la Capitale, quella “vera”, produce un nuovo scandalo. I vigili, nella notte di Capodanno, si danno per malati o in ferie nell’83,5 per cento del totale, provocando ingorghi e un caos oltremisura in città.

Una notizia che suscita scandalo e indignazione da ogni parte. Inizia il Premier che sta trascorrendo qualche giornata in vacanza sulla neve a Courmayeur ospite (non crediamo pagante) della caserma dell’Esercito. Renzi su Twitter scrive: «Leggo di 83 vigili su 100 a Roma che non lavorano “per malattia” il 31 dicembre. Ecco perché nel 2015 cambiamo le regole del pubblico impiego #Buon2015». Poco dopo l’affondo del ministro Marianna Madia: «Ispettorato ministero Funzione pubblica subito attivato per accertamenti violazioni e sollecito azioni disciplinari» assicura in un tweet la titolare della Pubblica amministrazione. Parte poi il comandante della Polizia locale (ma lui dove era quando gli agenti chiedevano permessi a raffica, ovviamente accordati?, ndr) che si reca direttamente in Procura senza attendere gli esiti dell’indagine disciplinare.

Insomma anche in questo caso siamo alle solite. L’episodio è come sempre figlio della corruzione e ovviamente della disonestà di alcuni. E sì perché la colpa non è soltanto degli agenti che hanno chiesto il permesso di poter donare il sangue (il che gli frutta un giorno a casa) o di poter avere ferie, ma di coloro che non hanno controllato. Tutto parte sempre dai controlli che in Italia sono saltati ad ogni livello e questa ne è una dimostrazione lampante. Se poi andiamo ad analizzare ancora più a fondo la questione, arriviamo al controllore che, dirigente pubblico, non ha fatto il suo dovere a fronte di chissà quale stipendio o consulenza pagata profumatamente dalle casse pubbliche.

Allora vedete che tutto torna? Il prodotto della corruzione, in quanto corruptio della macchina amministrativa dirigenziale e politica pubblica, provoca anche questi fenomeni che vanno ad incidere direttamente sulla vita dei cittadini. Se dunque i cittadini potessero davvero controllare l’operato di quei dirigenti pubblici da essi pagati, queste situazioni probabilmente si eviterebbero. Certo, ovvio che ci sarebbe sempre chi approfitta del proprio impiego pubblico ben retribuito e “blindato” per chiedere permessi a raffica, ma sarebbero comunque una minima parte del totale onesto.

Infine la questione più politica. Tutti, a destra e a sinistra, si sono levati contro questa vicenda, Renzi difendendo il suo Job Act, l’opposizione rimarcando come il pubblico impiego sia fuori da quelle regole, e così via. Le solite parole vuote. Il dato fondamentale è che non solo il dirigente che doveva controllare non lo ha fatto, ma anche la parte politica del Comune, sia quella al governo che quella all’opposizione, se n’è accorta troppo tardi. Forse per mancanza di trasparenza, forse perché era impegnata a fare altro.

Solo con la vera trasparenza si potrà risolvere tutta questa stortura politica e amministrativa.

Laura Marinaro