Contro la corruzione: chi si ricorda di Sandro Pertini?

Sandro Pertini è stato uno dei più importanti personaggi del panorama storico e culturale italiano. Settimo Presidente della Repubblica Italiana, giornalista, politico, partigiano e socialista: queste, e non solo, sono le peculiarità che delineano la personalità di questa grandissima figura del XX secolo. Le sue idee e il suo impegno per la politica sono state ammirate dagli anni ’70 fino alla sua morte, avvenuta a Roma il 24 febbraio del 1990.

Quelli furono anni difficili per lo Stato italiano, che dovette fronteggiare i cosiddetti “Anni di piombo“, con la minaccia delle Brigate Rosse, dei Nuclei Armati Rivoluzionari, della Mafia e della corruzione all’interno della classe politica dirigente, che amministrava lo Stato stesso. Proprio quest’ultima è stata la più grande battaglia di Pertini; la sua tenacia contro la lotta a questo “cancro sociale” ha portato, con il passare degli anni, alla scoperta e alla denuncia di moltissimi di casi, aumentando, nella popolazione, la coscienza e la conoscenza di fronte a questo temibile problema.

Pertini sosteneva a gran voce, come nel messaggio di fine anno del 31 dicembre 1979, che la Repubblica Italiana doveva essere difesa dalla corruzione, poiché quest’ultima è nemica della Repubblica; per questa ragione, chi corrompe e chi viene corrotto dovrebbero “essere colpiti senza alcuna pietà“.

I discorso di Pertini, ovviamente, era fortemente contestualizzato. Infatti, quelli furono gli anni in cui iniziarono ad emergere le prime relazioni illegali tra la P2 e gli esponenti dei partiti che, in quel periodo, governavano il Paese. Inoltre, anche i rapporti Stato-Mafia iniziarono a consolidarsi, mietendo centinaia di vittime. Tutti questi scandali, però, vennero resi noti solo molti anni dopo; la vicenda che più li rappresenta fu quella che riguarda Tangentopoli, avvenuta tra il 1992 e il 1993, che portò alla condanna di moltissimi esponenti politici; alcuni di questi militavano, insieme a Pertini, nel Partito Socialista Italiano, come Bettino Craxi e Claudio Martelli. Pertanto, Pertini fu davvero lungimirante nelle sue parole, prevedendo che nello Stato vi fossero delle “alleanze illegali“, denunciando e condannando, prima di tutti, questa situazione che, da lì a pochi anni, sarebbe diventata onnipresente nel mondo della politica.

Le cose non sembrano essere cambiate neanche adesso, nel 2014. Negli ultimi mesi si è assistito ad una serie di scandali che hanno influito notevolmente sulla credibilità del sistema politico italiano. Nel giugno 2014 c’è stata un’inchiesta sulle tangenti per la concessione degli appalti, da parte del Comune di Venezia, per la costruzione del MOSE, che ha portato all’arresto del sindaco di Venezia e dell’ex presidente della regione Veneto. Stessa sorte è toccata all’Expo di Milano, programmato per il 2015. Anche qui, per la concessione degli appalti necessari alla costruzione di tutte le strutture presenti nell’area circoscritta all’esposizione, sono stati indagati ed arrestati, sempre per il pagamento di alcune tangenti, alcuni esponenti del Partito Democratico.

Purtroppo, anche a distanza di quasi 25 anni dalla sua morte, i desideri e i sogni di Sandro Pertini, almeno per il momento, non si sono realizzati.